La rendicontazione ESG è oggi una leva strategica per le imprese che necessitano di comunicare con trasparenza le proprie performance in ambito ambientale, sociale e di governance. Si tratta di un processo che consente di integrare i criteri ESG nel modello di business e di raccontare in maniera chiara e misurabile l’impatto aziendale sul contesto in cui opera. L’introduzione della Direttiva CSRD ha reso questo strumento obbligatorio per un numero crescente di imprese nell’Unione Europea, estendendo gli obblighi già previsti dalla precedente NFRD. I nuovi standard europei ESRS, elaborati da EFRAG e approvati dalla Commissione UE, sono entrati in vigore il 1° gennaio 2024 per le grandi imprese, mentre gli standard settoriali e quelli rivolti alle aziende extra-UE saranno applicabili dal 2026, come stabilito dal pacchetto normativo Omnibus.
Quali sono le aziende obbligate a rendicontare secondo i criteri ESG? Ecco cosa prevede la normativa europea
La Direttiva CSRD è operativa dal 1° gennaio 2024 e impone l’obbligo di rendicontazione ESG alle grandi imprese quotate con oltre 500 dipendenti. Dal 2025, l’obbligo si estenderà a tutte le imprese che soddisfano almeno due dei seguenti criteri: più di 250 dipendenti, ricavi superiori a 50 milioni di euro o un attivo patrimoniale superiore a 25 milioni. Inizialmente previste per il 2026, le scadenze per le PMI quotate e le grandi imprese non quotate sono state rinviate rispettivamente al 2029 e al 2028, secondo quanto stabilito dalla Direttiva (UE) 2025/794. Questo rinvio consente alle aziende coinvolte di prepararsi in modo graduale all’adozione della rendicontazione di sostenibilità e della due diligence.
Rendicontazione ESG: distinzione tra bilancio di sostenibilità, sociale e di esercizio
Nel contesto della rendicontazione aziendale, è importante distinguere tre diverse tipologie di bilancio:
- il bilancio di sostenibilità;
- il bilancio sociale;
- il bilancio di esercizio.
Il bilancio di sostenibilità, conosciuto anche come Report ESG, descrive l’impatto dell’impresa sulle dimensioni ambientale, sociale e di governance, in conformità con standard come gli ESRS o i GRI. Il bilancio sociale, invece, concentra l’attenzione sull’impatto dell’attività aziendale nei confronti della collettività, dei lavoratori e delle comunità locali, ed è spesso utilizzato da soggetti pubblici o del Terzo settore. Infine, il bilancio di esercizio, obbligatorio per tutte le imprese, fornisce un resoconto economico-finanziario annuale e segue i principi contabili previsti dal Codice Civile.
Rendicontazione ESG: quali sono gli standard di riferimento e i vantaggi per le imprese?
La rendicontazione ESG si fonda su standard riconosciuti a livello internazionale ed europeo. Tra i principali figurano i GRI (Global Reporting Initiative), gli ESRS (European Sustainability Reporting Standards) e i VSME (Voluntary Standards for SMEs). Questi framework sono progettati per assicurare la comparabilità, la trasparenza e l’affidabilità delle informazioni ambientali, sociali e di governance.
In un contesto normativo e di mercato in continua evoluzione, le PMI he avviano fin da ora un percorso volontario di rendicontazione, anche grazie alla digitalizzazione dei processi, riescono ad attrezzarsi adeguatamente per affrontare l’evoluzione normativa e le sfide competitive del mercato.
Adottare un report ESG, inoltre, rappresenta un’opportunità strategica anche per le imprese non soggette a obblighi normativi: consente di rafforzare la fiducia di investitori, clienti e partner, migliorare la gestione del rischio, facilitare l’accesso a finanziamenti agevolati e valorizzare la propria reputazione sul mercato.
Formazione e consapevolezza: fondamenta essenziali per un percorso ESG aziendale efficace e resiliente alle sfide future
In un contesto normativo europeo sempre più orientato alla trasparenza e alla sostenibilità, la rendicontazione ESG si configura come un elemento chiave per la competitività delle imprese. Non si tratta solo di un adempimento formale, ma di un’occasione per ridefinire il proprio modello di crescita in ottica responsabile, allineando strategie, governance e comunicazione alle aspettative del mercato e degli stakeholder. Prepararsi oggi, anche su base volontaria, significa investire nella resilienza futura dell’impresa. Inizia ora: il cambiamento passa dalla formazione, dalla consapevolezza e dall’azione condivisa. Su ESG³ trovi il punto di partenza.
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